
20Feb, 2021
Annalisa Monticelli, una grande donna di cavalli, un’allevatrice, un’artista, esperta in etologia, esperta di razza, autrice di saggi e articoli sul cavallo arabo, sull’etologia, sull’alimentazione del cavallo, “mamma” oltre che di una splendida giovane donna, dei suoi stessi cavalli, “pasionaria” a tutto tondo…Qual’è il suo profilo? Lo scopriamo insieme in questa fantastica esclusiva intervista con lei, in cui per Puglia a Cavallo si racconta, regalandoci i suoi pensieri e la sua meravigliosa storia di cavalli.
Intanto Deborah ti ringrazio per avermi proposto una intervista. In genere sono molto schiva: non mi piace parlare di me e dei miei cavalli … dei Cavalli Arabi. In realtà non sono molto sicura che sia positivo incentivare la diffusione di questi cavalli, perché sono particolari, hanno dei cervelli diversi dal resto delle razze e la gente ha poca voglia di studiare; per capire un Arabo ti devi sedere e studiare.
E’ facile inventare favole e molto spesso la gente ama solo chiacchierare e inventare “balle.
Quando Annalisa hai avuto il tuo primo cavallo Arabo, come è nata questa passione?
Dunque ho comprato il mio primo Arabo nel 1994, 12 anni dopo che l’ Associazione Nazionale Italiana per il Cavallo Arabo fosse stata riconosciuta dalla Associazione Mondiale del Cavallo Arabo (WAHO). Fino ad allora, come adesso e così sarà per sempre, del resto, avevo studiato su testi stranieri la storia e la filosofia orientale e le leggende legate a questi cavalli, avevo studiato in maniera certosina la storiografia dello sviluppo di questa razza nel suo territorio di origine, i pedigrees, il motivo per cui i badawiyat (beduini in arabo, ossia abitanti dei deserti) definivano l’essenza di puro e lo sviluppo di questi cavalli in occidente. Storia affascinante che è in continuo fieri.
Ma il contatto con i cavalli arabi a cosa era finalizzato? Come ti sei integrata e se ti sei integrata con l’ambiente che ti circondava.
Vivevo contestualmente la mia vita con i cavalli del maneggio e puntualmente andavo controcorrente rispetto a tutte le balle e le falsità che giravano e girano ancora in questo mondo. Ho frequentato un po’ tutti i posti dove all’epoca si faceva equitazione ma nessuno si interessava su chi fosse il cavallo, quale fosse il suo progetto di vita, quali fossero i suoi reali bisogni e quindi la mia consolazione sono stati sempre e solo i testi. Ero un personaggio scomodo e fastidioso e spesso, o meglio, sempre, lasciavo quei posti dopo aver discusso aspramente con i gestori.
Hai n sostanza seminato i primi germi dell’etologia equina schiudendo una nuova prospettiva …
All’epoca non esisteva neanche la parola etologia. Non ho mai frequentato le club houses dei maneggi: preferivo rimanere nel box tenuto aperto del mio cavallo oppure passeggiare con lui ascoltandolo e ammirando la sua meravigliosa presenza. E poi trasportavo la sua bellezza sulle tele, sui carboncini, sui legni.. dipingevo e disegnavo: ho organizzato tante personali di pittura, negli anni in cui le ragazze normalmente pensano ad altro, ma avevo un focus ben definito davanti a me. L’arte, la simmetria, la musicalità dei movimenti, la leggerezza, mi avevano inevitabilmente attirato verso il cavallo bello per eccellenza : chi può dire che esiste bellezza più entusiasmante di un Arabo? E così è stato. Ho messo da parte i soldi, pulivo i boxes, muovevo e ginnasticavo i cavalli del maneggio e intanto cercavo e studiavo. All’epoca non esisteva internet.. e neanche i socials.. e le notizie non si apprendevano così, con una decina di clicks sulla tastiera.
Già internet quel sistema di rete che rende oggi tutto più semplice ….
Venni a conoscenza di due allevamenti di cavalli Arabi da show e da corsa in Puglia e lo seppi leggendo alcune pubblicazioni che trovai assistendo ai primi shows di morfologia in Nord Italia. E così iniziò la mia avventura. Da un cavallo sono diventati tanti, davvero tanti, nel corso dei più di 20 anni successivi. Ho importato i capostipiti dall’America, dalla Germania e dall’Irlanda. Ma non sono mai caduta nel gorgo delle vendite: è vero, tanti anni fa allevare Arabi, specie quelli di certe linee di sangue, era un hobby altamente remunerativo, basti pensare che alcune linee di sangue erano assegni in bianco, per gli appassionati, ma non ho mai voluto entrare nel mondo delle vendite e quindi pensare di fare di questa passione una professione: mi avrebbe sporcato l’anima: i cavalli Arabi sono opere d’arte con l’anima. Puoi tu vendere le anime? Puoi tu vendere individui che pensano e hanno progetti di vita? No di certo, quindi in realtà nessuno che voglia essere considerato estimatore di questi cavalli può mai pensare di farne un mestiere. Lo fanno i commercianti, da cui ne sto accuratamente lontana.
Quindi mi pare di capire che il tuo allevamento non è funzionale alla vendita, Annalisa ?
Non ho mai allevato per vendere. Mai. E non mi interessa che uno dei miei cavalli, per cui ho fatto sacrifici immani per poter acquisire i suoi nonni, possa andare nelle mani di una persona di cui non conosco nulla. Ho ceduto in passato, ma mi sono pentita e molti di loro li ho ricomprati… questi cavalli non sono per la gente comune.. Come ho già detto. Devi avere un alto sentire per poter averne uno.. Motivo per cui è raro vederne in giro. Grazie a Dio.
Quando ti esprimi Annalisa parlando di questi meravigliosi cavalli viene fuori tutta la ta passione …
Ti chiedo Deborah ne hai mai visto uno dal vivo? Lo hai mai visto libero di esprimersi in un branco? Lo hai mai visto spogliandoti da tutte le sovrastrutture della comune idea di cavallo? E’ qualcosa di incredibile poter essere vicino a uno di questi cavalli. Solo a loro sono stati dedicati poemi e canti, solo a loro il Corano ha dedicato le Sure. Solo grazie a loro si sono concluse transazioni commerciali e politiche. Vederli è un inno alla grandezza del Creatore. Veramente. Sono opere d’arte viventi e sono anche i cavalli dal pedigree che affonda più di tutti nel tessuto storico e religioso delle tre religioni monoteiste più importanti.
Annalisa, dalla conversazione emerge che ti occupi di più aspetti e più settori …
In realtà mi occupo di due settori tra loro complementari: da un lato i cavalli Arabi e dall’ altro l’altro il mio testardo impegno di rendere questo mondo più vivibile ed eticamente sano per questi animali cui abbiamo rubato la libertà e la dignità per trasformarli in pagliacci senza volontà, se va bene… e in cibo, sporco e macchiato di sangue per chi ancora si ciba di morte.
Mi pare di capire che sei vegana ..
Bene, si sono vegana e odio… letteralmente odio chiunque uccida per un prurito personale. E qui mi fermo. Quindi, mi occupo di benessere: il mio allevamento è l’unico posto, da Roma in giù ad occuparsi di benessere del cavallo, eticamente parlando. Seguo gli studi dei fondatori della Scuola di Equitazione Etica Italiana, con sede in Toscana, e per una volta, posso dire è un vanto tutto italiano. Sono fermamente convinta.. e ne ho le prove tutti i giorni, che i cavalli siano perfettamente in grado di scegliere, di confrontarsi, di ponderare, di organizzare, e che hanno delle abilità eccellenti: considera che sono in grado di riconoscere le emozioni umane, sono in grado di riconoscere le persone e i luoghi visti in foto e video, sono in grado di sentire empatia. Sono esseri unici e speciali.Non parlo di lavoro con i disabili.. che in realtà è a senso unico e altamente alienante per un cavallo: parlo di confronti e scambi di opinioni che il proprietario deve fare quando dice di amare il suo cavallo.
Organizzi stage e corsi di etologia e benessere degli animali ed equino in particolare…
Nel mio allevamento organizzo seminari, stages, con etologi e tecnici dell’equitazione etica. In questo periodo ci siamo organizzati con le lezioni online.. ma fino alla fine dello scorso anno li ho organizzati a casa mia con i miei cavalli. Fondamentale è capire quello che il cavallo comunica a noi ed essendo un animale altamente sociale comunica continuamente, ma gli umani sono troppo ciechi e distratti per vedere.. Perché i segnali sono un certo numero di sbattere delle palpebre, una narice con delle leggere grinze, un leggero ondeggiare della coda, un labbro che si muove o l’angolo della bocca in tensione, una testa leggermente girata, un occhio fisso nel vuoto che guizza impercettibilmente verso di te e … mille altri. Mondo affascinante. E ora arrivano le note dolenti… L’ignoranza e la presunzione l’atteggiamento del “so tutto”.. del “ho sempre fatto così e sono stati felici.”.. è da vomito !
Il benessere del cavallo casa dall’alimentazione …
Si certamente, infatti adoro studiare l’alimentazione del cavallo sportivo… mi piace perdermi nell’analizzare un balancer, così come analizzare un pedigree… piaceri inebrianti !
Annalisa con la conversazione siamo partite dalle parole disciplina, si può parlare di disciplina?
La domanda iniziale era: disciplina…. Se si può definire disciplina e se in Italia è diffusa: gli shows dedicati agli Arabi si organizzano nel centro nord Italia. Per quanto riguarda il Sud, solo la Sicilia li organizza, abbiamo le nostre associazioni nazionali, Mondiali, Il Registry Mondiale ecc. ma come tutto ciò che è in mano a pochi, molta è la collusione e molto è organizzato ad hoc per sorridere a investitori cosiddetti importanti, e credo che questo non sia nuovo a quanto succede negli altri sport equestri. Qui se un cavallo non è portato per lo show non scende di categoria, ossia, gli show sono solo Nazionali e Internazionali, a parte i Campionati Europei e Mondiali e gli show riservati alle linee di sangue egiziane. Qui non esiste il concorsino sociale dove si affrontano i maneggi della zona. Qui se hai soldi, molti soldi, porti il cavallo dall’handler che preferisci anche all’estero e investi in shows mirati e in pubblicità, video e tutto ciò che è marketing. Se il cavallo non è portato ad esibirsi dopo che ha cambiato handlers o modo di allenarsi la strada diventa tortuosa: se il proprietario è abbastanza intelligente, e il cavallo è femmina di buona genealogia si prova a mettere in razza, se maschio si castra e si mette nel circuito dell’Endurance. Se il proprietario è un poveraccio… per il cavallo è finita: entra nel gorgo dei piccoli proprietari di campagna… che per coprire le proprie mancanze intime si maschera con un Arabo, spesso maschio, non castrato e inizia ufficialmente il calvario per questo povero cavallo sfortunato. Poi il cavallo, trattato male diventa immontabile, aggressivo e si scrive la parola morte.
Quale è lo sbocco dei cavalli Arabi in un’economia moderna Annalisa ?
Lo sbocco dei tanti cavalli Arabi che non sono abbastanza glamour per lo show è l’Endurance, disciplina emergente soprattutto in Puglia. Mi potrai chiedere se esistono allevamenti di Arabi votati alla produzione del cavallo sportivo da Endurance. Ce ne sono, certo… ma mantenere un allevamento ad alti livelli è estremamente costoso: il fieno costa e i cavalli devono mangiare quasi 24 ore su 24. Ci vogliono spazi in ettari, i mangimi giusti costano due occhi e un rene (chiaro se si va dal commerciante di granaglie… te lo sogni di costruire un campione, qualora ci sia la stoffa di campione), gli alimentaristi costano, gli allenatori costano, i ragazzi che potrebbero allenare un cavallo non esistono e i cavalieri non pagano i cavalli quanto dovrebbero. Quindi che senso ha? Idealmente chi alleva dovrebbe avere in famiglia un allenatore, una squadra di giovani cavalieri, prodursi il fieno in casa e avere un sacco di soldi da investire. Certo.. le passioni sono tutte costose… Chi balla, chi canta chi suona, chi alleva…. Ma se ti stanchi di ballare suonare cantare smetti e amen. Se vuoi smettere di allevare i cavalli continuano a mangiare e il veterinario e pareggiatore sono spese fisse
Quindi come disciplina l’endurance può rappresentare il compromesso …
I cavalli Arabi si annoiano facilmente e gli esercizi interminabili e barbosi nel rettangolo li mandano in bestia. Non sopportano le ripetizioni e non sopportano il contatto fisso in bocca, così come le gambe incollate al costato. Non hanno bisogno di mantenere l’impulso vivo…. Sono loro stessi fatti di impulso! In più la costituzione delle loro fibre muscolari, le cosiddette fibre rosse hanno una capacità incredibile di resistenza e specie le linee di sangue Egiziane hanno una quantità di emoglobina più che doppia rispetto a un mezzosangue normale, inoltre sono brachicardici e sopportano le altissime temperature che durante lo sforzo sportivo metterebbero ko un mezzosangue, ecco perché l’Endurance è tutt’ora la disciplina d’elezione. I beduini hanno selezionato nei secoli scorsi questi cavalli piccoli instancabili.. noi cerchiamo solo di non rovinare quanto madre natura ha forgiato.
Come madre natura ha fatto …
Ai cavalli, a tutti i cavalli, non piace essere montati. Madre Natura li ha creati per altro. Non per caso i cavalli arcaici hanno dei fenotipi completamente diversi dal cavallo che vediamo nei centri sportivi: sono cavalli bassi, circa 140/150 cm, rotondi, con i colli corti, movimenti sicuri e non ampi, gambe non lunghe, non molto emotivi, frugali. Oggi i cavalli da sport sono l’esatto opposto: sono altissimi, dolicomorfi, difficili da alimentare: perché? La mania che ha il genere umano di modificare, per capricci insulsi, ciò che Madre Natura ha creato e sperimentato dopo millenni e ha reso perfetti nel loro ruolo nel tempo, ha degenerato una specie… vedi certe razze di cani? Che per avvicinarsi a degli standard inutili non riescono a camminare, non riescono a respirare, non riescono a tenere chiusa la bocca, vedono in maniera distorta… Ti sembra etico tutto ciò? A che serve?
Razze modificate, quindi ..
Certo, vedi Quarter Horses, vedi i TPR o i Percheron, vedi i KWPN…. Ti sembra che sia etico modificare così una specie? Per quale motivo? Per saltare alto? I cavalli non saltano, non sono canguri. Per essere mangiati? Per fare movimenti da clowns? In realtà i cavalli Arabi, non quelli estremi costruiti solo per gli shows estremi, sono rimasti abbastanza simili a quelli che Madre Natura ha creato più di 2000 anni fa. Sono animali piccoli, rotondi, intelligenti, frugali, veloci ma non come i PSI e resistenti come nessun altro, così come deve essere un cavallo creato da Madre Natura.
Tutta la mia vita: dallo studio dell’etologia e dei segnali comunicativi nella gestione naturale di cui mi ripeto, sono centro pilota per il Centro Sud, allo allo studio scientifico dell’alimentazione delle diverse categorie di cavalli; dallo studio della storia e delle genealogie, passando per la mia presenza attiva nelle organizzazioni europee per la salvaguardia delle linee di sangue rare, fino ad aiutare a trovare una casa decente a qualche cavallo che non è stato fortunato. E infine le serate, fino a notte fonda, sono dedicate ai miei cavalli, quando rientrano nei boxes, e posso interagire con loro… ma non dimentico quando durante il giorno esco da casa e vado nei pascoli a parlare con loro.
- Sheikh Mahrus May 2015
- Sheikh Mahrus Ottobre 2014
- Sheikh Mahrus
- Judith Foribis & amp.Annalisa
- Halypa AIAzhar Int. Egyptian Event Montefalco
- Halypa AIAzhar int: Egyptian Event Montefalco 2017
- Halypa AIAzhar Int. Egyptian Event Montefalco
- Ha Sharif Show S. Elpidio 2007
- Ha Sharif SEMC Roma 2013
- Ha Sharif Int. Open SantElpidio 2007
- Ha Sharif Int.Egyptian Event Travagliato 2007
- Ha Sharif 2 Roma SEMC 2013
- S. Elpidio
- con Judith Forbis e Silvia
Chi insieme a te Annalisa si occupa dell’allevamento, quanti soggetti hai?
Io sono fortunata: ho i cavalli a casa e ho mio marito e spesso mia figlia, che sta sviluppando una passione anche più intensa della mia, e me stessa che ci occupiamo della pulizia dei boxes e della sistemazione del fieno. Non abbiamo nessun operaio perché i cavalli non deve toccarli nessuno a parte noi. I cavalli vivono in branco, sempre liberi, con il bello e cattivo tempo, pioggia sole e neve: ogni mattina alle 7/7:30 vanno fuori e rientrano alle tra le 20 e le 21 in inverno e anche alle 23 durante la primavera estate. Hanno a disposizione il fieno prodotto nella nostra azienda 24/24 ore nelle reti antispreco. Al rientro nei boxes, che sono i cosiddetti boxes open space, ossia con i muri divisori molto bassi, anche tra maschi e femmine, così da permettere una continua interazione tra i cavalli durante le ore notturne, loro ricevono l’integrazione proteica e mineral vitaminica, oltre naturalmente alla grande rete piena di fieno, così da farli mangiare tranquillamente durante la notte. I cavalli sono animali altamente sociali: loro vivono di comunicazione e comunicano meglio quando possono condividere il fieno. Ho le telecamere nelle scuderie e posso testimoniare le continue condivisioni di comunicazione tra loro. Certo… nei normali centri equestri che sono simili a lagers nessuno potrebbe sentire i cavalli comunicare tra loro… Adesso ho 13 cavalli, di cui un solo stallone, qualche anno fa avevo 4 stalloni e tutti hanno sempre vissuto liberi e mai isolati tra loro. Ho tante foto dei miei tre stalloni nati in casa che giocano e dormono insieme nei pascoli ! E ti assicuro che nessuno ha i cavalli come li gestisco io. Perché il vero problema degli allevamenti sono i maschi.. di cui la gente ha opinioni false e per paura li isola e l’isolamento li fa diventare aggressivi… Discorso lungo un po lungo che merita un ulteriore approfondimento.
Gili shows sono una bella espressione d’immagine, che funzione hanno ?
Mi piacciono gli shows.. credo che, fatti bene, siano l’unica disciplina in cui i cavalli non vengano seviziati al punto di non avere più volontà propria. Tanto è vero che succede, non di rado, che i cavalli negli shows aggrediscano gli handlers, mentre nelle altre competizioni cosiddette equestri i cavalli sono troppo torturati mentalmente da avere ancora la volontà di ribellarsi: è questa la cosiddetta helplessness syndrome, o sindrome da impotenza appresa in cui i cavalli accettano tutto senza ribellarsi perché i maledetti trainers hanno spezzato loro la volontà ed è una condizione psichica tremenda. Psichiatri di tutto mondo hanno compiuto studi su questa gravissima forma di tortura. La famosa horsemanship così di moda oggi, elevata a gradi non tanto alti è la porta di ingresso di questa sindrome. Nello show il cavallo non porta nessuno sulla schiena, non ha un sottopancia che gli spezza il fiato, non ha imboccature, non ha finimenti coercitivi, ha la possibilità di esprimere, se vuole, il nervosismo, tanto i giudici non lo considerano, dura pochi minuti, i cavalli sono tenuti liberi, curati e l’alimentazione è seguita, l’allenamento è leggero. Non sono costretti a sudare sotto il peso di un sacco di patate per kilometri, non sono costretti a saltare ostacoli che loro semplicemente eviterebbero, non sono costretti a portare la testa vicino al petto in roll kur…Certo.. non è tutto rose e fiori… ma le altre discipline non sono certo paragonabili agli shows.
Hai vinto titoli nella tua carriera di allevatrice e di esperta di razza?
Allora, i titoli vinti: in genere porto in show gli stalloni: il primo stallone, che ho comprato quando aveva pochi mesi di vita: HA Sharif (Area Sirhaan x Alisha) è stato Top Five all’ Egyptian Event di Travagliato 2007, Bronze Champion all’ Internazionale Open di S. Elpidio 2007, poi è andato in Germania , ad Aachen dove ha passato con la Silver Medal lo Stallion Licensing Approval Award: in realtà è stato l’unico stallone europeo ad essere promosso con medaglia: gli altri erano tutti stalloni mediorientali. Poi nel 2013 ha partecipato allo Straight Egyptian World Championship, che quell’anno si è svolto a Roma ed è arrivato Top Five, il secondo tra gli Italiani. Dopo di che un allevamento di Dubai lo ha chiesto in leasing per coprire le fattrici del suo allevamento, un grande allevamento, di circa 50 cavalli e al momento è ancora a Dubai. HA Sharif è stato il secondo stallone Arabo Egiziano, allevato in Italia, nella storia italiana ad essere esportato in leasing in un allevamento negli Emirati Arabi. L’altro stallone esportato per leasing è allevato e di proprietà del precedente Presidente dell’ANICA.
L’altro stallone, nato a casa, Halypa AlAzhar (Ajmal Maghreb x Ansata Halisha) ha avuto una breve carriera negli shows.. perché l’invidia o la sfortuna me lo hanno ucciso: alla sua prima uscita in show, a luglio del 2017, Egyptian Event Nazionale, è arrivato terzo con dei punteggi stratosferici in movimento: in realtà punteggi più alti di tutto lo show, tra maschi e femmine, ha letteralmente volato nel ring… l’handler a stento riusciva a corrergli dietro… Qualcosa di indescrivibile vederlo volare… bianco e brillante nel sole di luglio… A fine show anche i non addetti ai lavori hanno chiesto quel movimento così grandioso come fosse possibile averlo visto dal vivo…..Il suo secondo e ultimo show Straight Egyptian World Championship, che nel 2017 si è svolto vicino Milano: Top Five anche lui, il primo degli italiani. Dopo di che AlAzhar è tornato a casa per riposarsi. Pensavamo di tenerlo a riposo un paio di anni prima di ricominciare le maratone degli shows…. Ma una infezione gravissima.. senza motivo, ce lo ha portato via…… Confesso che dopo la sua morte abbiamo pensato di chiudere tutto. Non vendere, chiaramente, ma fermarci, anche con la mia presenza sui socials in cui sono molto attiva, operazione essenziale per mantenere vivo l’interesse per questi cavalli…. Ma la sua memoria è sacra e in suo onore, perché il suo futuro come cavallo da show e come razzatore erano scritti nel suo fisico e nel suo pedigree.. e noi eravamo solo pronti ad interpretarlo, in suo onore stiamo continuando. Chi lo ha visto di persona, credimi, ci chiedeva se fosse vero o fosse fatto di marmo, scolpito da uno scultore divino.
Puglia a cavallo oltre che Annalisa Monticelli ringrazia la signora Judith Forbis, icona, moderna allevatrice della storia del cavallo Arabo e del mondo dei cavalli.
Di lei Annalisa Monticelli, conferma – gestisce tutt’ora gli allevamenti reali di tutto il Medio Oriente e i suoi cavalli hanno fatto da base genetica in tutto il mondo – Le sono grata per gli insegnamenti, le foto con lei fatte anche quando ero incinta di mia figlia e ancora quando mia figlia aveva 3 anni e l’ultima nel 2019, rappresentano una storia di amicizia e di studio. I miei cavalli sono riportati in quasi tutti i suoi libri. Ho sezioni scritte da me in due dei suoi libri.